viernes, 2 de noviembre de 2007

Cena Castro

Quando ero bambino, andavamo in vacanze in montagna, allo splendido Bariloche. Il giorno che si tornava, si partiva presto per fare la lunga traversata che ci riporterebbe in cittá dopo 1650 km. Subito che lasciavi le vicinanze del lago, il paessaggio cambiava rapidamente, ed eri introdotto nel severo deserto di vento, tipico della nostra Patagonia. Nonostante questo, e dopo aver fatto un lungo pezzo di strada, se guardavi ancora dietro dal finestrino della machina, riuscivi a vedere lontane le montagne, che con le sue fronte di neve, ti ricordavano da dove eri partito e, a modo suo, ti salutavano.

Certo che il paessaggio cambia.

In un angolo del tavolo Martín, Elena e Cate scambiano informazione sulle ultime tendenze delle “tennagers” nazionali. Verónica e divertita a mettere i grissini dentro un vaso di acqua, per mangiarseli dopo tutti ammolliti. Betty e mia moglie sembrano decise a far crollare ogni negozio di offerte a buon prezzo in cittá. Matias è impegnato in combattimento a morte con il sonno, la giornata e ancora troppo lunga per lui. Michele invece osserva tutti i comensali, con il suo stile taciturno, mi domando a volte cosa le passerá in testa dietro questo silenzio. Io me interesso con Juan Carlos della política dell’altra riva del largo fiume, sembra che la sinistra c’è la fará stavolta, ma lui ne dubita. Lo ho appena conosciuto, ma questo è del tutto relativo quando si parla di uno nato a Montevideo.


Per ultimo c’è Stefano, altro integrante di questo triangolo fatto tra Montevideo, Roma e Buenos Aires, che sembra avere una consistenza elastica, visto come si allarga ogni anno. E davanti a un gigantesco bife de chorizo, che sembra il mapa di Asia, e non so se guarda piú sbalordito la carne o la mia famiglia, visto che tutte e due hanno per lui delle proporzioni inconcepibili per un europeo. Sicuramente stará facendo una sperienza che lo fa sentire un uomo primigenio, tipo Nehandertal.

Mi fa un po’ ridere che è Martín chi domanda a tua madre notizie di te e di Anna. Ma comunque penso che lo stesso sucede quando mando un mail a un compagno di lavoro, e vado a disturbare magari un satellite nella stratosfera, per dire qualcosa a uno che è a due passi. Comunque certamente sei te chi conosce meglio le telecomunicazioni.

La cena finisce, ed al momento del conto e gia tutto pago. Últimamente e diventato difficile pagare un conto quando c’è un Castro presente. A me sembra quasi naturale. Sono stato sostenuto da questa famiglia parecchie volte, ma spero non esagerare.

Il paesaggio cambia, ma certe cose rimangono identiche.

Rientriamo a casa in fretta. E una notte fredda assai. Dopo che spegniamo la luce mi viene ancora voglia di guardare dal finestrino di dietro. Non ci stanno le montagne come una volta, ma qualcosa emerge di un colle, come si fosse un tempano squadrato. Lo riconosco, è Suor Celestina Donati 59. Da lí siamo partiti per questo viaggio lungo ormai. Sia ringraziato il Signore.


(Parrilla "Peña", Buenos Aires, julio de 2004)

1 comentario:

Anónimo dijo...

Opi, me "confunde" un poco no saber de cuándo son tus escritos. ¿Podés ponerle la fecha de escritura? Ah, otra cosa: vuoi fare la pipí?